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Traduzioni della Charaka SaṂhita – il testo più importante dell’Ayurveda 

Caraka Saṃhitā è il nome di un grande e celebre trattato antico sulla medicina ayurvedica. Si potrebbe definire la Caraka Saṃhitā come la "bibbia" dell’āyurveda.

cos’è la Caraka Saṃhitā

Caraka Saṃhitā è il nome di un grande e celebre trattato antico sulla medicina ayurvedica.

Si potrebbe definire la Caraka Saṃhitā come la "bibbia" dell’āyurveda.

La Caraka Saṃhitā è stata pensata e redatta dal suo autore in sanscrito, come la maggior parte delle opere dell’India antica, affinché l’apprendimento fosse riservato ad un determinato numero di persone intellettuali dell’epoca.

Lo studio del testo presuppone una buona padronanza della lingua,cosa fuori dalla portata per la maggior parte degli occidentali.

Talvolta le traduzioni dell’opera non si prestano perfettamente ad esprimere la ricchezza di sfumature e la varietà di significati presenti in molte espressioni e parole sanscrite. Talvolta qualcosa di importante rischia di essere perduto.

Saṃhitā è formato dal participio passato di hita della radice √dhā che significa “porre”, “installare” preceduto dal suffisso –sam che indica “completezza”,”perfezione” ma anche “collegamento” e “unione”.

Saṃhitā è quindi qualcosa di perfettamente assemblato e coerente.

Si potrebbe anche definire come “collezione”, “composizione”, “raccolta”.

Caraka è il nome dell’autore dell’opera, ottenuto mettendo insieme √car “andare”, “marciare”, “muoversi da un luogo all’altro” più il suffisso d’agente -ka.

Caraka è letteralmente “colui che è in movimento”, che va e si sposta continuamente.

La Caraka è quindi “la composizione (o la raccolta) di colui che è itinerante”.

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Chi è l’autore dell’opera

Il titolo offre un’immagine fotografica dell’autore dell’opera: un medico che, appresa l’arte grazie a un maestro, esercita la propria professione spostandosi di luogo in luogo e di villaggio in villaggio ovunque le sue prestazioni vengano richieste ed ovunque vi sia bisogno della sua competenza.

Esercita la medicina non per il desiderio di arricchirsi, ma per la compassione che nutre verso tutte le creature.

Pratica in prima persona ciò che insegna e che consiglia e conduce un’esistenza filosofica nel senso più pieno del termine.

Non si può dire con esattezza se la Caraka Saṃhitā sia il frutto dell’erudizione di un singolo geniale individuo di nome Caraka o se essa costituisca il manifesto collettivo di una scuola quella dei caraka o dei “medici itineranti”.

Una regola valida per tutte le grandi opere sanscrite dell’antichità è che l’autore non fornisca mai dettagli sulla propria persona o che addirittura non si nomini mai, in modo da risultare del tutto “trasparente”.

Caraka, nell’opera, dice di essere un mero compilatore attribuendo la paternità ideale al ṛṣi o “veggenti” di nome Agniveśa, il quale a sua volta avrebbe ricevuto l’insegnamento dal suo maestro Atreya.

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La datazione dell’opera

La datazione dell’opera risulta incerta.

La stesura del testo risale,probabilmente, ai secoli che precedono immediatamente l’era cristiana con possibili spostamenti in avanti o indietro di un secolo o due.

Perché è stata scritta

I grandi testi dell’india antica non furono pensati per essere opere didattiche: essi volevano rappresentare piuttosto esposizioni coerenti e complete molto spesso fondatrici dei principi di un sistema filosofico o di una dottrina spirituale. Venivano composti più per fissare un sapere che per spiegarlo.

Questo principio vale in un certo modo anche per la Caraka Saṃhitā. L’aspirante medico non poteva sperare di apprendere la scienza medica attraverso un trattato: per quel fine doveva rivolgersi ad un esperto,ad un maestro.

Lo stesso Caraka afferma con orgoglio:

idam evam udārārthaṃ ajñānām na prakāśakam / śāstraṃ dṛṣṭi praṇaṣṭānāṃ yathaivāditya maṇḍalam

"Questo testo di argomento elevato non brilla per gli ignoranti, così come il sole non brilla per i ciechi"

Di cosa parla

La Caraka Saṃhitā ha una sorella gemella: la Suśruta Saṃhitā, la “raccolta di Suśruta”.

Le due opere sono pressapoco contemporanee: si discute su quale di esse sia la più antica. I due componimenti espongono la medesima dottrina con alcune differenze minori. L’unico ma grande motivo di diversità tra i due testi consiste nella qualificazione dei rispettivi autori: Caraka è un internista, mentre Suśruta è un chirurgo.

Ciò li porta a guardare alla malattia e alla terapia con occhi diversi. Caraka si occupa prevalentemente di patologie di interesse medico, Suśruta di disordini d’interesse chirurgico. Il secondo dedica molto spazio alle metodiche chirurgiche o parachirurgiche come il salasso mentre l’altro espone e approfondisce soprattutto le regole d’igiene e le metodiche di purificazione.

La Suśruta Saṃhitā, pur costituendo un componimento eccellente da ogni punto di vista,non ha conosciuto il medesimo destino di gloria della gemella: è infatti opera meno conosciuta e celebre.

Le due opere insieme, quella di Caraka e quella di Suśruta, hanno poi generato un trattato “figlio” più semplice e immediato : Aṣṭāṅga Hṛdaya, il “Cuore delle otto membra (dell’ayurveda)”,opera di Vāgbhaṭa,medico vissuto forse nel settimo secolo della nostra era.  L’ Aṣṭāṅga Hṛdaya è un testo relativamente coinciso ed è composto in versi:per questi due motivi esso si presta bene alla memorizzazione ed all’utilizzo della pratica.

La Caraka Saṃhitā, la Suśruta Saṃhitā e l’ Aṣṭāṅga Hṛdaya formano insieme la cosiddetta bṛhat trayī, “la grande triade” dell’āyurveda. La Caraka Saṃhitā è di particolare interesse anche per i lettori non specialisti perché oltre ad essere un eccellente testo medico costituisce una vera e propria enciclopedia di filosofia e di logica. Essa condensa nelle sue otto sezioni (sthāna) e nei suoi centoventi capitoli (adhyāya) tutto il sapere brahmanico dell’epoca.

la Caraka Saṃhitā viene divisa in 8 parti

  1. sūtrasthāna aforismi
  2. nidānasthāna cause
  3. vimānasthana misure
  4. śārirasthāna corpo
  5. indryasthāna segni fatali
  6. cikitsāsthana terapeutica
  7. kalpasthāna preparazioni
  8. siddhisthāna successo (terapeutico)

Traduzioni della Caraka Saṃhitā

Il 14 dicembre 2010 sono usciti alcuni comunicati stampa nei quali si parlava di una traduzione integrale della Caraka Saṃhitā esattamente del sūtrasthāna, prima sezione e nello stesso tempo il cuore. Il titolo del libro è il “Filo degli insegnamenti”.

Esso contiene l’esposizione dettagliata dei principi fondamentali dell’Ayurveda, delle norme igieniche e dietetiche di prevenzione, dei metodi di diagnosi e cura.

Questo libro costituisce la prima traduzione italiana integrale dell’opera con testo sanscrito translitterato a fronte ed arricchito da estratti dell’ Ayurveda Dipika, il commentario di Chakrapani che chiarisce i passi più difficili e complessi dell’opera.

L’autore è Ernesto Iannaccone medico specialista in igiene e medicina preventiva che si occupa di Ayurveda dal 1985. La sua formazione è stata possibile attraverso lunghi periodi di soggiorno e di studio in India presso svariate istituzioni ospedaliere e universitarie. E’ autore di diversi libri di Ayurveda molti pubblicati da Tecniche Nuove e altri dalla Laksmi edizioni.

Un dato di fatto,purtroppo reale,vede la lingua italiana come quella che viene presa in considerazione per ultima. Che si tratti di scienza,medicina o altro tipo di informazione, le traduzioni nella nostra lingua sono sempre molto rare. D’altronde, al contrario di altre, la nostra lingua è parlata soltanto da noi. Per fortuna, però, c’è che ama sia la medicina che la diffusione per le antiche tecniche e si è preso il “disturbo” di tradurre il primo volume di questa splendida opera.

E' uscito inoltre anche un altro importante libro il Vimanasthana.

 

“Il filo degli insegnamenti” Ernesto Iannaccone

“Charaka Samhita Vimanasthana ” Ernesto Iannaccone

 

Traduzioni dell’opera in altre lingue

  • Zum alter der fruhen fachuberlieferungen der indischen Medizin,der Samhita des Caraka anno di pubblicazione: 1932

          codice identificativo: IT/ICCU/TO0/1236798 lo si può trovare in : Biblioteca civica _  Fossano – CUNEO

Lingua di pubblicazione : TEDESCO

  • Agniveśa Caraka Samhita: text with english translation & critical exposition based on Cakrapāṇi Datta  ayurveda dīpikā

anno di pubblicazione: 1976 codice identificativo: IT/ICCU/UBO/3152919

lo si può trovare in : Biblioteca del dipartimento di studi linguistici e orientali dell’Università degli studi di Bologna BOLOGNA

autore principale: Ram Karam Sharma, Bhagwan Dash Descrizione fisica: 26 cm

Lingua di pubblicazione:INGLESE – SANSCRITO

  • Sūtrasthāna to Indryasthāna/ Agnivesha’s treatise refined and annotated by Caraka and redacted by Drdhabala,Varanasi anno di pubblicazione: 1981 fa parte di Charaka Samhita,1

numero GEAC 10456304 lo si può trovare in : Biblioteca Ca’ Foscari BALI – Studi sull’Asia Orientale

autore principale: Agnivesha,Caraka,Drdhabala Collana: Jaikrishnadas Ayurveda series,36

  • Sūtrasthāna to Indryasthāna: critical notes:incorporating the commentaries of Jejjaṭa,Cakrapāni,Gaṅgadhara and Yogīndranātha

anno di pubblicazione: 1985 codice identificativo: IT/ICCU/TO0/0910141

lo si può trovare in : Centro piemontese di studi sul Medio ed Estremo Oriente – TORINO

autore principale: Sharma,Prya Vrat Pubblicazione: Varanasi Chaukhambha orientalia

Descrizione fisica: 414 pagine,25 cm Lingua di pubblicazione: INGLESE-SANSCRITO

  • Cikitsita 19 to 30 chapter, Kalpa- Siddhinamakasthana Samaptam

anno di pubblicazione: 1991 fa parte di Charaka Samhita,5

numero GEAC 10456312 lo si può trovare in : Biblioteca Ca’ Foscari BALI – Studi Eurasiatici autore principale: Charaka

Altri testi classici dell’ayurveda 

  • Angol Michel (a cura di) La Caraka Saṃhitā,traitè de vie naturelle,vol.1 stampato in proprio,1993
  • Angol Michel (a cura di) La Caraka Saṃhitā,traitè de vie naturelle,vol.2 stampato in proprio,1995
  • Caraka Saṃhitā, translated by Chandra Kaviratna, Sri Satguru Publications, 1996
  • The Caraka Saṃhitā, Shree Gulabkunverba Ayurvedic Society,1949
  • Trikamji J. (a cura di): The Charakaṃhitā of Agniveśa. Revised by Charaka and Dṛḍhabala. With the  Ayurveda-Dīpikā Commentary of Chakrapāṇiditta,
  • Chaukhambha Sanskrit Sansthan,1994
  • Ṥarṅgandhara Saṃhitā, translated by K.R. Srikamtha Murthy, Chaukhamba