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MALATTIA E SALUTE IN AYURVEDA

Nella medicina moderna ci sono tante definizioni per i vari disturbi (ad es. asma, allergia, ecc.) però non c’è una chiara definizione della salute.


Per indicare la malattia in  Āyurveda si usano diverse parole:
roga
• vyadhi
• vikruti (difformità-malattia)


Nella medicina moderna ci sono tante definizioni per i vari disturbi (ad es. asma, allergia,
ecc.) però non c’è una chiara definizione della salute.
Tutti i tipi di medicina studiano le malattie ma non la salute.
La salute in  Āyurveda è espressa con il termine svasthya (= essere in salute)
Caraka ha dato una bella definizione della salute


Come si può dire che una persona è in salute?
-Il primo elemento importante è samadoṣa = avere tutti e 3 i doṣa in equilibrio naturale,
non devono cioè esserci alti e bassi.
-Samagni = i 13 agni che abbiamo (1 jatharagni, 5 mahabhutagni e 7 dhatvagni) devono
funzionare bene, perché possiamo digerire bene qualsiasi cosa che mangiamo [le
condizioni dell'agni possono essere di 4 tipi: visamagni (quando la digestione è a volte
lenta, a volte normale), samagni (quando digerisce correttamente una normale dieta),
mandagni (quando c'è difficoltà a digerire e metabolizzare persino una piccola quantità di
cibo a causa del prevalere del kapha sui tre dosha), tiksnagni (la condizione che consente
la digestione di grandi quantità di cibo assunto troppo frequentemente)
-Samadhatu = i 7 dhatu che abbiamo (rasa, rakta, mamsa, meda, asthi, majja e sukra)
devono essere ben nutriti, non ci deve essere né deficienza né eccesso di nessun dhatu
-Malakriya = abbiamo 3 mala principali (feci,urina, sudore) che devono essere eliminati
regolarmente, secondo il principio dell'  Āyurveda a seconda della stagione e della
costituzione dobbiamo sudare, almeno 1 volta nelle 24 h dobbiamo evacuare (altrimenti
c'è costipazione) e almeno 6 volte nelle 24 h dobbiamo urinare (naturalmente dobbiamo
assumere un'adeguata quantità di acqua)
L'  Āyurveda considera l'individuo un'entità quadridimensionale, fatta cioè di corpo, mente,
sensi e spirito.
Prasanna è l'aggettivo che significa felice.


Secondo l' Āyurveda per esprimere una persona in salute si parla di prasanna manas (la
mente deve cioè essere felice, non ci devono essere soppressioni a livello di emozioni, non
si devono sentire pesi), prasanna atma (la nostra anima deve essere calma e piena di
consapevolezza; deve esserci l'unione di mente ed anima, la mente deve essere collegata
con l'anima) e prasanna indriya (i nostri sensi devono essere soddisfatti): se una
persona ha doṣa in equilibrio, agni pari, i dhatu ben nutriti, l'eliminazione regolare dei
mala, la mente felice collegata con l'anima e i sensi soddisfatti, tutto il livello olistico è in
equilibrio, sarà in salute.
L'  Āyurveda indica che cosa è utile e che cosa non è utile per la salute, che cosa nel nostro
comportamento, nel nostro stile di vita dà felicità e che cosa crea disagio, problemi e
infelicità; con la mancanza di consapevolezza invece di creare svasthya viene creata la
malattia.


L'individuo (paragonato al microcosmo) è una mini-replica dell'universo (paragonato al
macrocosmo), infatti ogni aspetto dell'universo è rappresentato nell'individuo e,
soprattutto, deve esserci l'unione delle persone con l'ambiente, del jivatma con il
paramatma, dell'individuale con l'Assoluto.
Quando abbiamo un'unione bella, un'armonia dentro di noi (in tutti i sensi: corpo, mente,
sensi e anima), abbiamo consapevolezza, sappiamo quale strada dobbiamo prendere, la
nostra mente è felice, i nostri sensi sono soddisfatti, abbiamo una bella unione dentro di
noi, ed esternamente abbiamo una bella armonia con la natura, non distruggiamo la
natura, curiamo l’ambiente, l’ambiente dà energia positiva a noi (questa è armonia, perché
siamo parte della natura); quando c’è uno squilibrio dentro di noi (corpo, mente, sensi,
anima) oppure c’è qualche disarmonia tra noi e l’ambiente, così come l’armonia crea
salute, la disarmonia crea roga, la malattia.


Secondo l' Āyurveda se la disarmonia crea disagio, malattia, l’armonia con la natura può creare salute perché attua un riequilibro, una riabilitazione naturale. Naturalmente la natura ha tutto per curare i nostri problemi, dobbiamo trovare la soluzione nella natura.

Di fronte a piccoli problemi edisequilibri non c’è da preoccuparsi e correre subito dal dottore, va dato tempo al corpo perché possa trovare il riequilibrio naturale e curarsi naturalmente, trovando il modo naturale e sviluppare naturalmente il nostro sistema di difesa, con un idoneo stile di vita, un'adeguata alimentazione ed opportuni trattamenti;

è un po' come il rapporto con un bambino, se l’aiutiamo sempre non imparerà mai a destreggiarsi nelle varie situazioni, perché sa di poter far affidamento su chi l’aiuta, se invece lasciamo che sbagli per imparare dovrà darsi da fare per superare gli ostacoli che via via gli si presenteranno.


Dobbiamo utilizzare la nostra capacità di discriminazione, analizzarci, ascoltarci, per
riequilibrarci subito nel caso in cui dovessero presentarsi momentanei squilibri e disagi (ad
es. insonnia improvvisa, comparsa di costipazione, ecc.) tenendo ben presente che con la
mancanza di consapevolezza si possono creare disagi, disturbi e malattie.


Ci sono tre grandi differenze tra la medicina moderna e l’  Āyurveda:
1) l'approccio ayurvedico è un approccio olistico, totalistico, che guarda tutta la vita, tutta
la persona, che dà la stessa importanza per la salute fisica, salute mentale, salute
spirituale e salute sensoriale.
L’  Āyurveda dà più importanza alla prevenzione.
La medicina moderna è analitica, basata sull’analisi, in generale finché i valori di lastre,
TAC, analisi del sangue non cambiano non prende in considerazione eventuali segnalazioni
di disagi del paziente;
2)l’  Āyurveda è una scienza esperienziale, ha un'esperienza di ca. 5.000 anni; la legge dell’
 Āyurveda, le basi principali e fondamentali dell’  Āyurveda non si cambiano, hanno ancora
la stessa forza perché sono basate sulla natura; la medicina moderna è una scienza
sperimentale (le nuove medicine si basano sugli esperimenti, quando poi, dopo qualche
tempo, vengono riscontrati controindicazioni ed effetti collaterali magari vengono tolte dal
commercio e magari vengono mandate nei Paesi del terzo mondo per recuperare il denaro
investito nella ricerca). Nel tempo, quindi, gli esperimenti della medicina moderna sono
soggetti a cambiare, passando da un momento in cui sono ritenuti pieni di forza al
momento in cui vengono vietati;
3)l’  Āyurveda è orientata sulla fisiologia (doṣa, dhatu, agni, mala); la medicina moderna è
basata sui sistemi e sugli organi.
L’  Āyurveda è un’antica scienza; è l’unico sistema che esamina le persone e le malattie in
due modi:
l’esame del paziente (rogi pariksha) e l’esame della malattia (roga pariksha)
In  Āyurveda ci sono 4 fonti di conoscenza:
pratyaksha: conoscenza diretta ;
anumana: inferenza logica (intrecciare i dati);
aptopadesh : documentazioni, testi classici, ricerche,esperienze;
yukti: intelligenza


Il medico ayurvedico vede una persona e durante la visita in modo diretto osserva,
analizza e prende tutte le informazioni, capisce la costituzione, l’eventuale squilibrio poi fa i
vari collegamenti, si basa sui vari testi per prendere le referenze e in questo modo è in
grado di dare consigli, di preparare una dieta, di prescrivere i trattamenti, ecc.


Le cause principali per creare qualsiasi tipo di malattia sono le seguenti:
1. pragya aparadha: mancanza di intelletto (pragya o buddhi)
mithyahara-vihara: dieta e stile di vita errati: una persona non sa, non ha consapevolezza,
in riferimento alla stagione, alla fase dell'età, alla costituzione che cosa deve mangiare o
che cosa deve limitare (mith: sbaglia, non è appropriato, corretto); ad es. in inverno
abbiamo una buona energia fisica, buona capacità ed ottima digestione e dobbiamo
mangiare cibi più nutrienti, più caldi, più untuosi; ad es. una persona di costituzione a
prevalenza Vāta non deve mangiare verdure crude, non deve mangiare cibi secchi
altrimenti non viene adeguatamente nutrita; nel periodo invernale aumentano gli elementi
luna e acqua che danno più freschezza e dolcezza, tutto diventa naturalmente dolce; in
estate aumentano gli elementi sole e aria per questo tutto si asciuga, secca e tutto il gusto
diventa più amaro; per evitare squilibri e creare armonia dobbiamo seguire i cambiamenti
della natura;
2. asatmya-indriyarth samyoga: uso eccessivo, uso cattivo, scarso uso o abuso di
organi di senso oppure motori (occhi/vista, pelle/tatto, orecchi/udito, naso/olfatto,
lingua/gusto; braccia, gambe, organi riproduttivi, organi escretori e organi vocali)
(ad es. abitudini troppo sedentarie oppure eccesso di attività fisica)


Al di fuori dei testi classici ayurvedici viene ribadita l'importanza del respiro.

Il respiro è la nostra cartilagine.
Noi dobbiamo allungare la nostra respirazione il più possibile.

Un segreto per assicurarsi la
longevità è abbassare il respiro, perché i respiri sono contati. La respirazione è uno
strumento di salute, un segreto di longevità. Gli animali che vivono più a lungo sono la
tartaruga e l’elefante (la tartaruga vive 250-300 anni e fa 6 respiri al minuto, l’elefante fa
10-11 respiri al minuto, gli esseri umani fanno da 15 a 20 respiri al minuto).


Il respiro non è soltanto aria, è prana, forza, energia vitale.

Pensieri e respirazione vanno di pari passo, quindi una profonda respirazione porta profondi pensieri, mentre una respirazione corta porta pensieri molto superficiali; senza pensare non
possiamo respirare e senza respirare non possiamo pensare.


3. parinam kala: squilibri stagionali, tempo o stagione, il passaggio della vita, ad es. se
nella stagione della pioggia non piove o piove in eccesso, idem con la stagione
calda quando non fa caldo oppure fa troppo caldo; malattie epidemiche; passaggi
della vita: dalla nascita all’età media siamo influenzati da Kapha (con conseguenti
disturbi naturali quali muco, bronchite, faringite, laringite, acetone, ecc.)(l'eventuale
eccesso di cibo o di un certo stile di vita può determinare un aggravamento di
Kapha), nell’età media siamo dominati da Pitta, mentre in vecchiaia siamo più
influenzati da Vāta.


Elementi principali nei trattamenti e nella cura della malattia:
Caraka ha spiegato che la cura della malattia si basa su 4 elementi/piedi (chatuspada):
vaidhya: il medico ayurvedico deve essere una persona pulita, calma, tranquilla,
deve avere pazienza di ascoltare tutti i problemi del paziente, deve avere
esperienza per trattare certi tipi di problemi, non deve essere avido (prima in India i
vaidhya lavoravano gratuitamente, non prendevano soldi, preparavano i rimedi
utilizzando le erbe portate dai pazienti ad es. il paziente prendeva il 75% di quello
che se ne ricavava e il resto lo lasciava al vaidhya; ancora oggi dalla campagna i
pazienti portano al vaidhya in regalo frutta, olio, ghee, galline, ecc).
paziente: deve essere seguito dal medico, deve ascoltare i suggerimenti del medico,
deve avere la pazienza e la forza mentale e deve avere la capacità di tollerare il
dolore; ci sono tante persone che soffrono poco e parlano tanto, altre che soffrono
tanto e non dicono niente, tante persone si agitano tanto, sono ansiose, accusano
tanti tipi di disturbo, tante persone non seguono i consigli del vaidhya (ad es. non
prendono le tavolette perché sono amare, magari si dimenticano di prenderle,
oppure trovano scuse per non andare prima a letto la sera, ecc.) e in questo caso i
trattamenti riescono difficilmente
erbe medicinali: devono essere potenti, raccolte nella stagione appropriata, devono
essere fresche, raccolte nel luogo in cui sono più potenti, nel luogo d’origine (a
differenza delle erbe utilizzate a scopo alimentare, quando cioè il cibo da mangiare
è quello che cresce nei luoghi in cui viviamo)
assistente, infermiere, operatore: deve essere ubbidiente, seguire le indicazioni del
vaidhya, e deve avere amore, compassione con il paziente, deve essere onesto, non
deve essere venale


Nidan parimarjan: è il primo passaggio dai trattamenti in  āyurveda e consiste
nell'eliminare i fattori causali.

Il vaidhya deve sapere quali sono i fattori che creano disturbi e consigliare ai pazienti di eliminarli


Esame del paziente (rogi pariksha)
1. prashna pariksha: fare le domande, raccogliere oralmente tutte le informazioni
personali, ascoltare tranquillamente, ad es. quando sono iniziati i disturbi, che tipi di
disturbi ha, che tipi di difficoltà sente, che tipo di approccio ha fatto prima,
informarsi sull’appetito, sulla digestione, evacuazione, urina, ciclo mestruale, sonno,
attività fisica, lavoro, suoi interessi, sue abitudini, vizi (alcool, vino, caffè, fumo,
eventuali dipendenze); raccogliere informazioni riguardo alla famiglia, genitori, le
loro condizioni di salute, se hanno qualche disturbo, per capire se il presente
disturbo è ereditario, salute dei fratelli, perché tante cause sono da ricercarsi nel
fatto che per ereditarietà abbiamo un organo o sistema più debole e quando
accumuliamo un doṣa quest'organo o sistema viene colpito, tanti disturbi sono
principalmente causati dall’ereditarietà (ad es. ipertensione, asma, emorroidi,
ulcera, diabete ecc.); è molto importante capire il rapporto con la famiglia, con
genitori, con fratelli, e proprio la sua famiglia, il rapporto tra marito e moglie, con i
figli, perché è molto importante per la tranquillità, più dell’80% dei disturbi hanno
origine psichica ad es. quando l’ambiente familiare non è tranquillo, c'è disarmonia,
tensione psichica, stress, possono iniziarsi a creare tanti problemi e tanti tipi di
disturbi e malattie; è molto importante capire com’è stata l’infanzia: i bambini che
vivono un'infanzia felice, tranquilla, serena, che crescono in modo positivo hanno
apertura, libertà, se invece i bambini vivono drammi
oppure devono affrontare situazioni particolari esperiscono solitudine, oppure vengono iperprotetti o differentemente
poco curati e abbandonati, tutti questi elementi contano molto per capire l’origine
dei disturbi. È importante raccogliere informazioni riguardanti l'ambiente sociale:
l'ambiente lavorativo, il rapporto con il nostro capo, eventualmente il rapporto con
chi lavora sotto di noi, il rapporto con i colleghi, perché circa metà tempo della
nostra vita viene trascorsa al lavoro, a tante persone non piace il lavoro che stanno
facendo, soffrono, e questo dà disagio e porta a disturbi (a tale proposito è da
tenere presente che in psicologia ci sono solo 2 strade percorribili: o accetti o
cambi, non c’è una terza alternativa, per non andare al lavoro con il muso, con le
lacrime, con la tristezza); poi va considerato l'ambiente sociale legato al
divertimento, amici: avere dei veri amici, dei buoni amici risolve tanti problemi
perché essi rappresentano una spalla, con i nostri veri amici possiamo esprimere
tutte le nostre emozioni intime, ecc.


Dash vidhi pariksha
Nella Caraka Samhita sono indicate 10 procedure, punti (dash, dieci vidhi, punti pariksha,
esame) per esaminare il paziente:
prakṛti: il vaidhya deve capire, analizzare la costituzione del paziente; tanti di noi
abbiamo una costituzione con dominanza di 2 doṣa, è molto difficile trovare una
costituzione con dominanza di 1 solo doṣa; deve essere analizzata anche la
costituzione manas prakṛti (se la persona è calma, leggera, tranquilla, letargica,
inerte, inflessibile, ecc. quindi se è dominata da sattva guṇa, rajas guṇa, tamas
guṇa);
poi il vaidhya deve vedere la vikṛti, una deviazione, difformità della prakṛti, lo
squilibrio riscontrato in quel preciso momento che comporti un eventuale disagio
(che potrebbe anche non esserci). In definitiva, la vikṛti qualche volta è la
difformità (es. Pitta è coperto da Vāta, ecc.), qualche volta sono i disturbi

sāra: qualità dei 7 dhātu, valutare com’è la qualità dei dhātu, se vengono nutriti
ecc. ad es. si guardano le unghie, se la persona è muscolosa, se la persona è
obesa, le condizioni delle ossa, se le ossa sono lunghe, piccole, leggere, e,
soprattutto, si guarda l’ojas, la sua luminosità (le misure per la valutazione della
nutrizione dei dhatu sono 3: pravara=ottima; madhyama=media; avara=bassa,
scarsa);
saṁhanana: compattezza (se il corpo è compatto, flaccido oppure tonico; viene
analizzata anche la compattezza dei muscoli e della pelle); qualche persona ha un
invecchiamento precoce (ad es. pelle con rughe, secca, ecc.);
pramana: antropometria, si considerano altezza, larghezza, per valutare le
proporzioni del corpo del paziente (la misurazione viene effettuata in angul, che
corrisponde al dito; prima le misurazioni venivano fatte utilizzando le 4 dita
“coricate”. Possono esserci differenze basate sull'etnia di appartenenza, sul sesso,
sull'età del paziente.
satmya: adattabilità alle condizioni climatiche e ai guṇa in genere; Il vaidhya non
tocca solo il polso, tocca varie parti per acquisire ulteriori informazioni, se al tocco
del corpo è caldo, fresco, ecc. può sentire come passano diversi tipi di energia,
dove c’è rigidità. Viene valutata anche l'adattabilità del gusto (rasa satmya, rasa
sa): se alla persona piace il piccante, il dolce, il salato, l'amaro, ad es. qualcuno ha
più sensibilità al gusto piccante oppure al gusto aspro.
sattva: tolleranza. Viene considerato il modo in cui una persona tollera. La
tolleranza in questione è quella del dolore, della secchezza, dell’umidità, il freddo, il
caldo, si valuta come la persona sopporta il dolore (ad es. in generale i bambini, i
vecchi non hanno capacità di sopportazione; ad es. c’è chi a 37,5° di febbre è in tilt
e chi invece ha energia ed è attiva anche a 39°).


ahara shakti: digestione del cibo.
Si divide in due parti:
1) capacità di ingerire il cibo, la quantità, le misure: è importante valutare una persona
che cosa mangia ma anche quanto mangia (se è una buona forchetta) e quante volte
mangia (se consuma 3 pasti oppure 5 pasti oppure salta il pranzo oppure salta la cena
oppure salta la colazione), così come è importante anche quanta acqua e/o altri liquidi (ad
es. zuppe, brodi, tisane) una persona beve;
2) capacità di digerire (è tipico delle persone di costituzione prevalente Pitta stare tante
ore al lavoro, magari saltando il pranzo, poi tornare a casa la sera e scaricarsi sul cibo) - le
condizioni dell’intestino, se la persona sente qualche disagio, se sente bruciori, acidità, se
gonfia la pancia, se si sente costipata, oppure se viene la diarrea, ecc.).
Disponendo di tutte queste informazioni le cure diventano più facili, perché è possibile
preparare la dieta e fare dei collegamenti con i rimedi a base di erbe;
vyayama shakti: tolleranza agli esercizi fisici. Si può valutare chiedendo o
toccando ad es. piegando il ginocchio si può sentire o meno la flessibilità, la
persona può avere dolori ai polpacci, alla schiena, al collo, alle braccia. Una persona
Vāta non può tollerare tanti esercizi perché ha poco tono muscolare, la persona
Pitta ha un buon tono muscolare, la persona Kapha ha un ottimo tono muscolare
ma non fa esercizi fisici, a Kapha non piace spendere energia (a livello sia fisico sia
mentale) per questo diventa rigido, perché non pratica. Constatando che una
persona ha abitudini sedentarie possiamo consigliare un po’ di esercizi, qualche
sport, in base della costituzione, in base dell’età, in base agli eventuali disturbi es.
passeggiata, bici, yoga, piscina, palestra, sport leggeri, sport pesanti, ecc.
vaya (età) e vayikarana (tasso di invecchiamento): chiediamo l’età della
persona; qualcuno dimostra più anni, altre persone sembrano più giovani dell'età
che hanno, se riscontriamo squilibrio in tal senso dobbiamo trovare le cause, i
blocchi, i disturbi (può esserci qualche disturbo cronico che causa invecchiamento
precoce); le persone tristi, ansiose, depresse, in generale chi assume tanti farmaci
moderni invecchia prima, così come chi si sottopone a cure pesanti come la
radioterapia, oppure una persona fa lavoro pesante a livello fisico ad es. facchini
(quando cessano di allenarsi e di prendere proteine i body builders sono molto
soggetti a problemi di questo tipo)