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YOGA & AYURVEDA SCIENZE GEMELLE

Lo Yoga e l’Ayurveda hanno molti punti in comune. Entrambe sono scienze vediche. L’Ayurveda è la scienza vedica della guarigione del corpo e della mente. Lo yoga è la scienza dell’auto-realizzazione che dipende dal buon funzionamento del corpo e della mente.

Yoga e Ayurveda hanno molti punti in comune.

Yoga & Ayurveda sono “scienze sorelle”: entrambe sono scienze vediche.

  • L’Ayurveda è la scienza vedica della guarigione del corpo e della mente.
  • Lo yoga è la scienza dell’auto-realizzazione che dipende dal buon funzionamento del corpo e della mente. 

 

Che cosa significa letteralmente yoga?


Yoga significa unione: ci si riferisce all'unione di mente e corpo; a livello più profondo, all'unire il sé individuale con quello universale


Yoga e Ayurveda considerano l’essere umano nella sua totalità (corpo, mente e spirito).     

Entrambe si rivolgono a tutti i nostri bisogni: dalla salute e il benessere fisico fino allo sviluppo della coscienza più elevata.

“La vita (Ayus) è la combinazione di corpo, sensi, mente e anima che si reincarna. L’ayurveda è la scienza più sacra della vita, benefica per gli esseri umani sia in questo mondo che nel mondo dell’aldilà” CS, Su. I 34-42

Yoga e Ayurveda hanno lo stesso fine: la cessazione del dolore e la perfetta armonia di corpo, mente e spirito.

Yoga: scienza dell’auto-realizzazione

Lo yoga include tutti i metodi di evoluzione: discipline etiche (yama e niyama), asana o posture del corpo, controllo del respiro, metodi sensoriali, visualizzazioni, mantra, meditazione.

Lo yoga è una scienza spirituale: ci porta al di là del dolore e dell’ignoranza che sperimentiamo nel mondo, espande la nostra consapevolezza, ci insegna come muovere la nostra consapevolezza della identificazione corporea confinata nell’ego e portarla verso il Sè che dimora nel cuore. 

 

 

Ayurveda; scienza dell’auto-guarigione

L'Ayurveda è uno dei più straordinari sistemi di medicina tradizionale olistica. Copre diversi aspetti per il benessere fisico, mentale e spirituale. Include tutti i metodi di guarigione: dieta, erbe, regole per l’esercizio fisico e lo yoga personalizzato.

Con il suo concetto di costituzione individuale l’Ayurveda fornisce a ogni persona di ogni latitudine il modo per creare uno stile di vita in armonia con il mondo della natura e con il proprio Sé superiore.

Per auto-guarigione si intende del corpo e della mente: l'ayurveda si occupa infatti di ristabilire quella totalità che ha il Sé interiore come meta ultima, operando una guarigione spirituale

Il prana (energia prima, forza vitale) è il collegamento principale fra Yoga e Ayurveda.

Lo Yoga è l’intelligenza del prana che cerca trasformazioni evolutive, mentre l’Ayurveda è il suo potere di guarigione che cerca di rafforzare i sistemi vitali che ha già sviluppato.

Lo Yoga, così come l’Ayurveda, ha come fine svelare all'uomo la scintilla divina presente in lui.  Risvegliare la fiamma divina.  Entrambe portano l’essere umano a riconoscere la sua vera natura ed essenza originaria. Essere in salute significa anche rispettare la propria natura, conoscere i nostri punti di forza e debolezza, i nostri talenti.

Cinque involucri o Kosha 

Per Yoga e Ayurveda l’uomo è costituito da 5 kosha che in sanscrito significa corpo, struttura, involucro:

  • Annamaya kosha: corpo grossolano, nutrimento-cibo; corpo fisico
  • Pranamaya kosha: energia, respiro-nutrimento, il respiro è il veicolo. Prana è l’energia vitale; corpo sottile
  • Manomaya kosha: mente, manas, è il livello mentale sede delle emozioni (è qui che va ad agire il mantra); corpo sottile
  • Vijnanamaya kosha: mente sottile, è un livello ancora più interno, è potere di discriminazione, la buddhi è la parte più vicina al sé, quella più pura. Non è la mente la parte più ballerina di noi ; corpo sottile
  • Anandamaya kosha: Sé, anima, strato della beatitudine universale, corpo causale


Astanga Yoga - otto aspetti dello yoga secondo gli Yogasutra di Patanjali


YAMA (astinenze)
NIYAMA (osservanze)
ASANA (posture del corpo)
PRANAYAMA (controllo del soffio vitale)
PRATYAHARA (ritiro dei sensi)
DHARANA (concentrazione)
DHYANA (meditazione)
SAMADHI (estasi - gioia)

YAMA - comportamento verso gli altri
Ahimsa: non violenza (pensiero, parole, azioni)
Satya: non mentire
Asteya: non prendere ciò che non ci appartiene
Bramacharia: continenza, moderazione
Aparigraha: non essere possessivi (avidità), non attaccamento

NIYAMA - verso se stessi
Saucha: purezza, igiene, ordine fisico (“il corpo è il tempio dell’anima”) e mentale
Santocha: contentezza, accontentarsi di quello che si ha, consapevolezza dei propri limiti
Tapas: autodisciplina, equilibrio
Svadhyaya: studio del sé
Ishvara-pranidhana: dedizione totale, abbandono al divino

Vi siete mai chiesti perché alcune asana-posture sembrano infonderci calma, centratura mentre altre ci rendono doloranti, agitati e poco centrati? O perché alcuni vostri amici si trovano bene con il “Power Yoga” mentre voi date il meglio di voi stessi con un lavoro più calmo e gentile?

L’Ayurveda ci aiuta a dare delle risposte a queste domande. Ciascuno di noi ha bisogno di un tipo di pratica personalizzata, in base alla nostra struttura e costituzione (oltre a un diverso stile di vita e alimentazione).

Pertanto integrare l’Ayurveda allo Yoga ci aiuta a capire come alcune asana, sequenze, etc. possono aggravare la nostra energia sottile mentre altre possono armonizzarci nel sistema corpo-mente portandoci più energia.

Yoga e Ayurveda sono così strettamente collegate che qualcuno ha ipotizzato che Patanjali (il primo a codificare lo Yoga) e Caraka (il primo a codificare l’Ayurveda) fossero la stessa persona.
Entrambe arrivano dalla stessa radice dei Veda e del Samkhya (filosofia della Natura e processo della creazione).

Quale tipo di yoga è adatto a ognuno di noi?

Importante non è solo la prakriti, ma anche la vikruti o squilibrio. Il nostro squilibrio determina che cosa è più adatto a noi in termini di stile di vita, dieta ed esercizio fisico e/o yoga.

Corretto lo squilibrio possiamo stare in salute scegliendo lo stile di yoga adatto alla nostra costituzione o prakriti.

  • Vata ha bisogno di uno yoga gentile.
    Per Vata è necessario seguire uno yoga che riduca i suoi eccessi e il suo movimento, per questo è fondamentale praticare lo yoga lentamente senza sforzo. 
    Parole chiave per la sua pratica: calma, lentezza, fermezza, stabilità, rinforzare, radicamento.


  • Pitta necessita di una pratica yoga che non porta eccessivo calore. Le posture yoga più adatte sono quelle che “rinfrescano”, che tranquillizzano sia a livello fisico che emozionale.
    Parole chiave per la pratica: rinfrescare, rilassare, lasciar andare, gentilezza, perdonare

  • Kapha deve essere stimolato. 
    La pratica yoga adatta per Kapha è quella dominata dal calore, dal movimento, dal riscaldamento. Si raccomanda a loro una attività fisica più aerobica e progressivamente più intensa.
    Parole chiave per la pratica: stimolare, attivare, riscaldare, alleggerire, dare energia e rimuovere


Ogni individuo ha una sua differente necessità. Pratichiamo in modo da non supportare il nostro sistema corpo-mente.


Dieta


Conoscere la nostra costituzione fisica per capire quali sono gli alimenti adatti a noi, riconoscere i segnali che il corpo ci invia per capire quale dieta e cibo può essere più adeguato a noi (prakruti e vikruti).

Teniamo presente che la dieta yogica ha uno scopo diverso rispetto alla dieta ayurvedica.
L’Ayurveda tende a portare salute ed equilibrio nel corpo, si occupa di migliorare la salute del corpo.
Lo Yoga mira a trascendere la coscienza del corpo, ci aiuta ad andare oltre le limitazioni del corpo (natura ascetica delle discipline, digiuno e dieta leggera che dal punto di vista ayurvedico tendono a indebolire il fisico e possono aggravare vata).



Movimento e yoga

Gli antichi greci dicevano “mens sana in corpore sano” (e anche l’Ayurveda è d’accordo con questo principio).

Essere in forma significa fare il giusto movimento e imparare ad ascoltare il proprio respiro così da imparare e gestire lo stress fisico, mentale ed emotivo nella vita quotidiana.

L’esercizio dovrebbe essere sempre moderato ed adeguato alle caratteristiche dell’individuo e si propone di creare una sensazione di benessere nella mente e nel corpo.
Quando questa sensazione scompare e lascia posto alla spossatezza, allora l’esercizio è eccessivo e va interrotto. Caraka ammonisce a non superare il 50% delle proprie capacità.

“Perisce come un leone che trascina un elefante colui che si dà oltre le proprie capacità all’esercizio fisico, alle veglie notturne, ai viaggi, alle donne, ai divertimenti ed al parlare”  AH, Sut, 14

Fare il tipo di movimento adatto alla propria costituzione fisica.

Per gli individui con costituzione Vata non è consigliato svolgere attività fisica pesante. Più indicate attività leggere come tranquille passeggiate a piedi o in bicicletta e yoga.

Per gli individui con costituzione Pitta sono indicati in particolar modo gli sport acquatici come il nuoto o gli sport di montagna come lo sci o che vengono praticati nel verde dei prati come il golf.

Gli individui con costituzione Kapha traggono giovamento dalla pratica di sport che richiedono un maggior dispendio energetico, come l’atletica, il canottaggio.